giovedì 19 gennaio 2012

Pasta radicchio, gorgonzola e macinato. E poi tre anni da festeggiare.


Tempo di preparazione: 45’
Difficoltà: *

Ingredienti per due persone:
85 gr di macinato di vitello.
65 gr circa di gorgonzola
Mezzo  cespo piccolo di radicchio



E alla fine è arrivato il terzo compleanno di Cookdream. Questo blog nasce nel 2009, in un periodo difficile per me, ma di questo ne ho già parlato al primo compleanno di cookdream. (http://www.cookdream.blogspot.com/2010/01/oggi-cookdream-compie-un-anno.html)

Nei tre anni di vita di questo blog alla fine ne ho festeggiati solo due, seguendo quella che è la mia indole, lo scorso anno ho completamente dimenticato questa data, ma in fin dei conti lo stesso giorno mi stavo laureando!! Per cui penso che la mia dimenticanza sia più che giustificata.


E questo anno mi ritrovo a festeggiarlo ad Amsterdam, seduta nella mia casa mentre posto questa ricetta.



Che dire, molto è cambiato, ho lasciato Roma, la mia vita con F., ho lasciato la mia famiglia e le mie abitudini. Ho lasciato amici la cui assenza continuo a sentire forte ogni giorno, ci sono amici con cui non potermi più vedere quando voglio o quando devo diventa qualcosa difficile da digerire.



Ho lasciato un’infinità di cose, talvolta anche comode, ma penso che poche cose nella vita siano tanto grandiose come alzarsi dal divano e scrollarsi un po’ di polvere di dosso.

In fin dei conti, riprendendo le parole di Jostein Gaarder ,  non vorrei mai fare la fine della pulce che sdraiata sulla pelle del coniglio si perde il grande spettacolo del mago.


L’inizio di questa avventura è stata caratterizzata da giornate alla continua scoperta di tutto, è strano da descrivere. Sono partita non sapendo neanche dove andare a fare la spesa (il che per una foodbloger è alquanto inusuale) e a cercare di capire quale cibo stessi mettendo nel carrello visto le etichette sono scritte in olandese, che non si può certo tradurre ad intuizione.

Ho passato i primi tempi a sbrigare una serie di seccature burocratiche e allo stesso tempo il tempo libero è diventato ricco, improvvisamente più ricco di quanto potessi immaginare.

C’è stato un periodo in cui non avevo idea di cosa Amsterdam offrisse e ovvio non parlo della vita da “turista” ,è stato un periodo in cui la città era un mistero, sempre e comunque.

Qualcuno potrebbe rabbrividire all’idea di stravolgere la propria vita, io no.
Perché alla fine…beh alla fine dovrei scrivere per ore per spiegare perché no.

E invece direi che è meglio passare alla ricetta e festeggiare nel migliore dei modi questo compleanno.



Immagino che per molti sia impensabile associare il gorgonzola con il macinato…e invece no.
Questa è una mia rivisitazione di una ricetta che ho trovato.

Nelle foto potete vedere che come pasta ho usato le pappardelle, ma l’ideale sarebbe cucinarla con le mezze maniche rigate.



Siamo ad Amsterdam e non si può certo scendere sotto casa per comprare la pasta, per cui accontentatevi di queste pappardelle (che sono comunque buone con questa ricetta) e immaginate la foto con le mezze maniche rigate.



L’uso di un tipo di pasta piuttosto che un altro, comporta una parte finale della ricetta diversa. Vi scriverò entrambi i modi.

Primo fate rosolare appena il macinato con mezzo scalogno tritato finemente. Una volta che la carne avrà iniziato la cottura aggiungete il radicchio tagliato a listarelle e lasciate cucinare.

Quando la carne sarà cotta e quando si sarà riassorbito tutta l’acqua rilasciata dal radicchio, potete spengere il fuoco e aggiungere il gorgonzola. Si scioglierà grazie al calore prodotto dal sugo cucinato.
A questo punto potete decidere di usare le pappardelle o le mezze maniche.

Se avete scelto di usare le pappardelle la ricetta sarà quasi terminata. Portate ad ebollizione l’acqua per la cottura della pasta e quando è al dente scolatela e mischiatela con il sugo.

Se avrete scelto le mezze maniche dovete cucinare a metà la pasta scolarla, mescolare con un poco di olio per evitare che si attacchi e lasciarla raffreddare. Ponete, aiutandovi con un cucchiaino, un po’ di sugo in ogni mezza manica, sistemateli su una pirofila da forno e spolverate con il parmigiano. Mettete al forno a 180 gradi fino a fine cottura (all’incirca il parmigiano sopra le mezze maniche, si sarà completamente sciolto)

Lo so quest’ultima parte non è facile, ma la presentazione del piatto è sicuramente migliore, se poi avete fame e volete solo degustare, allora passate alle pappardelle che si fa prma.

Sto per tornare a casa per un po’ di giorni, sarò assente per un po’, lontana da Amsterdam e dalla mia macchina fotografica. Ovviamente mai lontana dai fornelli.



sabato 7 gennaio 2012

Calamari al limone e zenzero.




Tempo di preparazione: 30’
Difficoltà: **



Ingredienti per due persone:
400/500 gr di calamari (circa)
150 gr di spinaci
Mezzo scalogno
Mezzo limone
Mezzo bicchiere di vino bianco
Un pezzo di zenzero
Un pizzico di polvere di cardamomo
Peperoncino


Anche la ricetta di quest’oggi è di mia invenzione.
Tutte le miei riviste sono a casa e quindi non mi rimane che usare la fantasia!

Quando sono rientrata il primo di gennaio da Roma, ho portato con me un libro di ricette avuto in regalo per Natale da mio fratello e mia cognata, ma un’occhiata veloce alla parte dedicata agli antipasti non mi ha inspirata, spero che sia meglio il resto del libro.

Ricevo spesso libri di cucina in  regalo, è facile per tutti quelli che devono regalarmi qualcosa…ho ormai scaffali pieni di libri di cucina (e non solo visto che sono la mia passione!) e devo dire che molte ricette si ripetono, questo è uno dei motivi per cui non acquisto più le riviste.
Alla fine ti ritrovi con molta carta e poche idee interessanti.

Forse è per questo che ultimamente sto pensando di regalarmi un corso sulle tecniche base della cucina.
E il resto poi sta alla mia passione per la cucina e per la fantasia.

Oggi decido che voglio andare al FOAM finalmente, è da quando sono arrivata che voglio visitarlo e dopo…ops sono già sette mesi che vivo ad Amsterdam!!  E dopo sette mesi ancora non sono riuscita ad andarci.

Quindi poniamo fine a questa storia e indosso cappello, sciarpa , guanti e con la bici io e F. andiamo al museo fotografico (FOAM).



La giornata è grigia, fa freddo e nulla di nuovo per questa città nordica. Anzi no qualcosa di nuovo c’è perché finalmente è passato il giorno più corto dell’anno! Niente più sole che sorge alle 8:50 e niente più sole che tramonta alle 15:30, finalmente abbiamo superato la boa e da qualche giorno le giornate si ricominciano ad allungare!  In attesa dell’estate e del sole che tramonta alle 23:00.

Il museo fotografico è davvero bello, perché le collezioni sono interessanti. Oggi il FOAM presenta la collezione di tre artisti, ma una delle cose belle di questo museo è che le collezioni cambiano molto spesso.

Il FOAM è ben organizzato, ampi spazi, sedute al centro della stanza per sedersi e ammirare le fotografie, ottima illuminazione.

L’artista che più mi ha colpito è Joel Sternfeld uno dei fotografi che per primo ha esplorato la fotografia a colori. Quello che mi è piaciuto molto delle sue foto è anche il tentativo di dare una lettura sociale alla realtà fotografata, niente di eclatante ma comunque presente.

Questa una delle foto che mi ha colpito di più.



Il FOAM (http://www.foam.org/home) è aperto dalle 10:00 alle 18:00 e il giovedì e il venerdì fino alle 21:00.



Al rientro devo preparare un pranzo veloce perché l’ora del pranzo è già passata da un pezzo. Apro il frigo e la ricetta di oggi è quello che ne è uscito fuori.


Una volta pulito il pesce tagliatelo per ottenere degli anelli. In una padella scaldate l’olio con lo scalogno tagliato sottile e aggiungete il calamaro e dopo un minuto lo zenzero, il sale e una prima parte del limone.

La cottura va fatta in due tempi, i primi cinque minuti a fuoco lento e successivamente va alzata la fiamma per far rosolare il calamaro fino a fine cottura. Ricordatevi sempre di non far cuocere il calamaro troppo a lungo per evitare di renderlo immangiabile. Quindi per essere sicuri che sia cotto al punto giusto usate una forchetta per capire a che punto è la cottura. Il calamaro dovrà sempre risultare teso e non dovete facilmente infilare la forchetta nella polpa.



Durante questa parte della cottura con il fuoco vivace fate attenzione che il calamaro non si attacchi alla padella. Aggiungete durante la cottura il resto del limone e il vino bianco.

In un’altra padella mettete un goccio di olio con spinaci teneri e un po’ di peperoncino. Se gli spinaci sono teneri dovrete far andare il fuoco solo per cinque minuti o anche meno.

Una volta cotto il calamaro aggiungete la polvere  di cardamomo e servite insieme agli spinaci.


lunedì 2 gennaio 2012

Vicino e lontano da casa.

Tempo di vacanze e tempo di rientri a casa.
Sono partita per Roma qualche giorno prima di Natale e alla fine ho passato a casa dieci giorni. Non stavo a Roma per un tempo così lungo da quando sono partita.

Durante questi mesi sono tornata nella mia città solo per i week end. E’ stato strano stare a casa per un tempo così lungo.


La prima cosa che mi ha colpito è il sole. La presenza del sole per tutto l’arco della giornata, quanto può sembrare scontata.

La seconda cosa che mi ha colpito è la schizofrenia della mia città, da una parte tutto è semplice perché è tutto già conosciuto e scontato, dall’altra tutto è un caos e solo per svolgere alcune commissioni ho dovuto passare tutta la giornata in macchina, toccando posti lontani tra loro per dei chilometri.
Sono dovuta andare al municipio e non vi dico la differenza che c’è fra l’amministrazione italiana e quella olandese!


E poi la compagnia di amici che non vedevo da sei mesi!
Questa è stata la parte più bella perché un conto è tenere una cornetta del telefono in mano e un conto è guardarsi negli occhi, davanti a un piatto di pesce mangiato sulla veranda di un ristorante a ridosso della spiaggia…con il rumore delle onde, il vento leggero e il sole che ti bacia la pelle.

E dunque scontato che non poteva mancare una visita al mare, anche in pieno inverno, guidando la mia macchina nella pace di un posto deserto durante l’inverno, tanto quanto affollato d’estate.

Guido la macchina lungo una litoranea che costeggia il mare. Guido la mia macchina con la radio accesa, il finestrino leggermente abbassato mentre V. mi aspetta, per pranzare insieme, per raccontarci sei mesi, guardandoci negli occhi, sulla veranda di quel ristorante.

E ora che sono tornata ad Amsterdam, in questa città nordica, il contrasto fra il ricordo di quel sole e l’inverno di questa città è davvero forte.

Eppure quanto può essere bella Amsterdam, in ogni stagione.