lunedì 11 novembre 2013

Sformato di zucca o spinaci.




Sformato di zucca
Difficoltà: **
Tempo di preparazione: 1h 30’



Ingredienti per due persone:
50/70 gr besciamella
40 gr zucca
40 gr spinaci
parmigiano

Per la ricetta della besciamella fatta in casa guardate qui.
Ho ricalcolato le dosi per avere circa 50-60 gr di besciamella, ma anche se ne rimane di più può essere utilizzata in eccesso.
Le dosi ricalcolate per 50 gr di besciamella sono

60 ml latte
6 gr burro
6 gr farina
Spolverata di cannella

 


La ricetta è molto semplice e nasce dalla necessità di utilizzare la besciamella avanzata mentre preparavo la lasagna con la zucca.
Per la zucca dovete tagliarla a cubetti, senza togliere la buccia e metterla nel forno. In questo modo sarà molto più facile togliere la buccia e tagliarla a piccoli dadi per permettere una cottura più veloce ed evitare che la zucca rilasci l’acqua.




Una volta cucinata la zucca con uno spicchio di aglio e un goccio di olio, potete frullarla e incorporarla a metà della besciamella, insieme al parmigiano.
Imburrate uno stampino da forno e versateci dentro il composto.
Avrete già preriscaldato il forno a circa 180 gradi. Cospargete di parmigiano e infornate.
Per il tortino con gli spinaci seguite lo stesso processo.
Un consiglio: come regolarvi sulla temperatura del forno.
Se avete deciso di usare degli stampini piccoli tenetevi sempre intorno ai 180° altrimenti, con pirofile più grandi infornate a circa 200° - 220°.



domenica 3 novembre 2013

Lasagna alla crema di zucca e formaggi.



Difficoltà: **
Tempo di preparazione: 2h

Ingredienti per otto persone:
mezza zucca
due patate
30 gr di taleggio o simile
50 gr di un formaggio stagionato a vostra scelta
80 gr circa di funghi essiccati
parmigiano grattugiato quanto basta
una foglia di alloro
un peperoncino



Per la besciamella:
250 ml latte
25 gr burro
25 gr farina
Spolverata di cannella



Ci voleva una giornata uggiosa. Ci voleva una giornata fredda e uggiosa affinché tornassi un po’ a cucinare.
In realtà non era previsto. Di quella zucca comprata giovedì dovevo farci la mia solita ricetta: zuppa con zucca e fagioli.
E invece sarà che i fagioli in scatola erano finiti, sarà che ho parlato al telefono con mia madre che stava (ovviamente) cucinando, sarà che un po’ di tristezza andava scacciata via e alla fine mi sono inventata questa ricetta vegetariana, ma che per i carnivori può essere facilmente trasformata aggiungendo della carne macinata.






Prima di tutto fate rinvenire i funghi in una ciotola d’acqua calda.
Nel frattempo tagliate la zucca a fette grandi e ponetele su una teglia da forno. Lasciate in forno a 180 gradi per circa cinque minuti.
Questo serve a rendere la buccia della zucca più facile da eliminare e inoltre asciuga parte dell’acqua che ha la zucca e che porterebbe il tempo di cottura del condimento a tempi troppo lunghi.




Una volta eliminata la buccia e tagliata la zucca a dadini mettetela in una pentola dove avrete fatto soffriggere olio e aglio.

Aggiungete quindi la zucca, una foglia di alloro, sale, il peperoncino e due patate sempre a dadi che avrete precedentemente bollito in acqua salata.





Mentre la zucca e le patate sono in cottura, fate sciogliere i formaggi, che avrete tagliato a pezzi piccoli, in un pentolino con una parte dell’acqua dei funghi.
Una volta che i formaggi si sono sciolti, saranno soprattutto una pasta informe, aggiungeteli alla zucca e patate, finiranno così di sciogliersi completamente durante la cottura del condimento.
Una volta che il condimento sarà abbastanza denso potete toglierlo dal fuoco. Togliete l’alloro, l’agio e frullatelo grossolanamente al fine di lasciare qualche pezzettino di zucca.
Ricordatevi sempre che la lasagna va in forno ed è bene quindi che il condimento sia sempre abbastanza liquido perché se il condimento è troppo denso, sia la pasta della lasagna, sia la cottura nel forno, potrebbero rendere il tutto troppo asciutto.





Passate ora alla preparazione della besciamella.
In un pentolino ponete il latte e fatelo solo scaldare a fuoco lento. Evitate di farlo bollire.
Rendete fuso il burro con un pentolino su un fuoco basso-moderato.

Aggiungete con delicatezza la farina e una volta che mescolando il burro e la farina avranno assunto un colore leggermente scuro, aggiungete il latte dolcemente e il sale.

Il latte va necessariamente scaldato prima di versarlo nel composto, altrimenti avrete una besciamella con i grumi.
Spegnete il fuoco quando la besciamella avrà raggiunto la consistenza che volete (ricordatevi sempre di non farla troppo densa per la lasagna), aggiungete la noce moscata.

Se avete comprato la lasagna secca, dovrete portare a bollore l’acqua col sale e far bollire i fogli di lasagna  per pochi minuti.

Se avete comprato la lasagna fresca potete usare i fogli direttamente.



Passate quindi alla composizione della lasagna.

Sul fondo della teglia ponete qualche cucchiaio di condimento (la zucca con le patate e i formaggi per intenderci). Io lo faccio per evitare di avere il primo foglio di lasagna direttamente a contatto con la teglia, per evitare che si bruci o che si attacchi al fondo, difficile poi da staccare quando si vuole servirne un pezzo.
Adagiate quindi un primo foglio di lasagna e passate a formare gli strati, con i condimento, la besciamella e una spruzzata di parmigiano.
Si passa cosi all’adagiare sopra il secondo foglio di lasagna e via di nuovo col condimento, la besciamella e il parmigiano. Proseguite in questo modo fino a che pensate sia corretto per la teglia che state usando.

Io per esempi uso spesso una teglia che mi permette di mettere al massimo tre o quattro fogli di pasta.

 Pronta per essere surgelata

Infornate a 180 o 220 gradi in forno preriscaldato.
La temperatura va scelta in funzione della grandezza della teglia. Ad empio se uso dei contenitori piccoli al fine di surgelarne qualcuno, la temperatura  sarà sempre intorno ai 180 gradi.



venerdì 1 novembre 2013

Canada: Parc Mont Tremblant.




12 Agosto.

Lasciamo la nostra stanza d’albergo il lunedì mattina.

Devo dire che ho molto apprezzato la vista sui grattacieli della città, sul quartiere cinese e sulle luci che illuminano Montreal a giorno.

Lasciamo l’hotel, torneremo a Montreal alla fine del nostro viaggio per prendere il volo che ci ripoterà a Bruxelles.

La nostra prossima tappa è il Parco di Mont Tremblant, iniziamo finalmente il nostro viaggio alla scoperta della natura canadese.

Nel nostro itinerario di viaggio abbiamo programmato di fermarci nelle grandi città; Montreal, Quebec, Toronto e Ottawa. Il realtà solo perché sappiamo che non torneremo in Canada molto presto e non dare un’occhiata alla vita cittadina di questo paese sarebbe in effetti un peccato.

Ma il vero motivo che mi ha spinto a visitare il Canada è l’idea di trovarmi a contatto con una natura intatta e lussureggiante.



Faccio un errore e decido di andare a visitare la Biodome. In realtà avevo in mente la Biosfera, ma per errore mi ritrovo al Biodome; un complesso in cui sono stati ricreati i quattro ecosistemi con tanto di flora e purtroppo fauna.







Osservo gli animali in questo finto ambiente naturale, dove gli spazi sono quelli che sono. Possono metterla come vogliono ma sono sempre animali in cattività e per me gli animali devono rimanere allo stato selvaggio….per osservarli c’è sempre la tv con documentari bellissimi girati su animali selvaggi.






C’è un po’ di tutto: coccodrilli, uccelli, pesci e pinguini. Sono li dietro le sbarre o il vetro, sono li per noi, insensibili umani che abbiamo questo sorriso ebete e divertito mentre li osserviamo, per niente scalfito dall’idea che li abbiamo sottratti al loro habitat, ai loro spazi, alla loro vita.

Esco di corsa dal Biodome, come ho fatto a sbagliarmi? Io che non entro in uno zoo da quando avevo dieci anni?



Ci infiliamo in macchina in direzione del parco di Tremblant.

Abbiamo prenotato un B&B poco distante dal vecchio villaggio.

Il B&B (Au petit Marigot: http://www.aupetitmarigot.com/bb.htm ) è a 4 stelle ed è immerso nella foresta.

Ci accoglie Serge, il proprietario, con lo stile inconfondibile di chi vive lontano dalla città e ha ritmi calmi e gentili.



Perché devo dire che a Montreal sono rimasta un po’ delusa dall’accoglienza dei cittadini; molti sorrisi prestampati, ma fondamentalmente l’unica chiacchierata me la sono fatta con due commessi di un negozio.

Abbiamo conversato sulle differenze linguistiche, si lo so, un po’ scontato considerando che il Canada è bilingue e noi parlavamo inglese in una parte della regione a prevalenza francofana.

Serge ci accoglie sull’uscio della porta, una villa a due piani immersa nella quiete del bosco.

Ci soffermiamo in casa per breve tempo, giusto per definire l’orario della colazione visto che siamo gli unici ospiti per domani.






Usciamo per andarci a fare una passeggiata lungo Lac Mercier, il cielo si annuvola e cade qualche pioggia.

Noi continuiamo la nostra passeggiata lungo il lago.




Rimaniamo incuriositi da piccoli spazi che si aprono sulla sponda del lago, con pontili di legno che probabilmente vengono usati per tuffarsi nel lago.  Alcuni di questi affacci sulla sponda del lago hanno un tavolo e sdraie per prendere il sole e cancelli che delimitano l’accesso, talvolta senza recinziione!



Finiamo in un ristorante consigliato da Serge, anche qui i prezzi sono abbastanza costosi (Due main dish, vino e birra 117$)



Martedì 13 Agosto.

Inizia finalmente la nostra vera vacanza nel Canada. Quella che ci siamo immaginati mentre la organizzavamo, quella immersa nella natura, quella dai ritmi lenti.



Ci alziamo per fare colazione, Serge ha preparato già tuto. Iniziamo la nostra colazione con cappuccino e dolci, mentre lui ci prepara le omelette. Finirò col stancarmi di fare colazione tutte le mattine con le uova.

Mi chiedo se loro davvero mangiano tutte le mattine le uova e come si riduce il loro fegato.

Dopo aver cucinato per noi Serge si ferma al nostro tavolo a parlare del più e del meno.

Ci racconta di come gli orsi siano una cosa comune per loro e di come si sia ritrovato un cucciolo sulla veranda. 



Finita la colazione partiamo subito per il parco di Mont Trembalnt.

Arriviamo al centro informazione e rimango stupita, ci accolgono con una organizzazione impeccabile, dépliant e informazioni senza fine.  

Dobbiamo aspettare le cinque del pomeriggio per avere il nostro cottage. Un cottage in legno che abbiamo prenotato su internet (http://www.sepaq.com/pq/mot/index.dot?language_id=1)

Il sito è del parco e fornisce molte informazioni sulle attività da svolgere durante la permanenza, i tipi di soggiorno che si possono fare, se in tenda, camper o cottage.






Mentre attendiamo di poter prendere possesso del cottage, decidiamo di farci una lunga escursione in Kayac per il lago Monroe. E’ un’escursione che dura due ore, percorriamo tutto il lago e rimaniamo ammaliati dal paesaggio circostante.

Il bosco circonda tutto il lago, si sono piccole spiagge disseminate qui e li. Due piccole isole al centro del lago dove non dobbiamo avvicinarci, perché gli uccelli stanno nidificando.

Ci soffermiamo ad osservare gli uccelli che volano tra i cespugli, vediamo quello che è il nostro cottage, purtroppo per una sola notte.

Vi consiglio di prenotare il soggiorno nel parco – soprattutto per il cottage – con largo anticipo.

Non sono molti e ovviamente vengono prenotati in tutta fretta. La nostra intenzione era di dormire per due notti al parco, ma non siamo riusciti a trovare disponibilità.

Il prezzo è abbastanza costoso, più elevato di tutti gli hotel o i B&B del nostro soggiorno.

Neanche a dirlo, vale la pena.







Il cielo si annuvola durante la nostra escursione in kayak e inizia a piovere leggero. Non ce ne preoccupiamo e continuiamo. Mangiamo un tramezzino mentre ancora siamo nel kayak, in mezzo al lago, sospinti dalle onde.

Terminata l’escursione prendiamo possesso del cottage. E’ perfetto, come lo volevo.

A picco sul lago, immerso nella foresta. E’ tutto in legno, con una veranda che affaccia sul lago.

E’ proprio mentre sono seduta in veranda che uno scoiattolo passa più volte davanti al cottage.




La mattina dopo (14 Agosto)  ci svegliamo con una giornata nuvoloso, è prevista pioggia e per questo decidiamo di fare un’escursione a piedi breve. Nel caso in cui il tempo dovesse peggiorare potremo sempre tornare al cottage.



Gli itinerari escursionistici del parco sono molti, scegliamo quello chiamato “La Roche” con durata di due ore e 25o metri di dislivello.

Il percorso ci porta ad entrare subito nella foresta, è così fitta che ci rendiamo conto se sta ancora piovendo.

E’ mattina presto e piove, per questo siamo gli unici lungo il sentiero.

Ci guardiamo intorno con circospezione, sarà la suggestione, ma ci aspettiamo di vedere un orso da un momento all’altro. In realtà non ne vedremo nessuno per tutto il viaggio.




Costeggiamo un ruscello durante tutta la passeggiata. L’escursione è tutta in salita, in mezzo alla foresta.

Gli alberi sono così fitti che rimane difficile vedere la fila dietro.

Anche questo mi colpisce del Canada. Esistono pochissime radure, tutto quello che non è stato toccato dall’uomo è fatto di una foresta fittissima.







Inoltre la vegetazione è estremamente varia, una accanto all’altra ci sono tante piante diverse.

L’escursione termina con una vista spettacolare sul lago Monroe. Al termine del percorso è stata costruita una piattaforma in legno su una parete rocciosa.



E’ difficile spiegare a parole cosa si prova di fronte ad una veduta tanto bella e vasta.

Difficile mettere su carta quando si è di fronte a spazi tanto grandi, quando la vista non riesce a cogliere il paesaggio tutto insieme, quando il cielo si immerge nel lago e ti restituisce un senso di infinito ormai perduto.

Sono grata a questo paesaggio e sono felice perché posso goderlo senza che ci sia nessun altro.




il nostro cottage visto dall piattaforma di legno.



Sarà che è mattina presto, sarà che piove,  ma tutti gli altri sono altrove, poco mi importa sapere dove.

Sono qui senza la loro presenza a disturbare.

Li incontreremo, gli altri, nel nostro cammino di ritorno, li troviamo all’inizio della escursione, che per noi ora rappresenta la fine.

Prendiamo la macchina per andare al cottage e caricare i bagagli per dirigerci verso la prossima tappa, Québec city e lasciare – purtroppo – uno dei posti più belli che abbia mai visto.