venerdì 30 novembre 2012

Welcome back! E le prime impressioni sul Belgio.

A conclusione delle prime due settimane in Belgio ecco il mio resoconto; un po’ povero considerando che la maggior parte del tempo la spendo in ufficio.

Allora questi belgi mi sembrano piuttosto cordiali, niente stereotipi sulla freddezza nordica, al mattino, in ufficio, ci si saluta con un bacio sulla guancia, chi arriva fa il giro delle scrivanie e saluta i colleghi, direi un buon inizio di giornata e un buon modo per tenere basso l’istinto di competizione che alcuni hanno, alla fine se farai una porcata a qualche collega ti devi ricordare che la mattina dopo devi andarlo a salutare…..

 

Domenica scorsa mi sono persa, in questo buco di posto dove sono ora, sono stata capace di perdermi, l’ho detto all’autista che guidava l’autobus che avevo preso: ha fermato l’autobus e si è messo a cercare sul suo cellulare collegato ad internet l’indirizzo che gli ho dato per dirmi da che parte dovevo andare, alla fine visto che non capivo è sceso dall’autobus e mi ha indicato la strada, nessuno dei passeggeri si è lamentato… provateci a Roma.

 

Bruxelles è caotica, un sacco di traffico e una marea di stranieri, cibo buono però e alcune zone sono bellissime. Saint Pierre per esempio, ci sono case come in campagna, con giardino e ville spettacolari, poi giri l’angolo e ci sono i negozi.

 

C’è da dire però che mi manca Amsterdam e mi manca la mia bici, il pontile in legno dove mi fermavo tutti i giorni solo per guardare il panorama. Qui la bici me la posso scordare, ci sono delle piste ciclabili, ma è quasi impossibile trovare qualcuno che va in bici e comunque niente a che vedere con l’Olanda!

 E poi mi manca il sorriso degli olandesi e quel modo cordiale che hanno sempre di trattarti, ad Amsterdam quando entri in un negozio hai sempre davanti a te un commesso o una commessa gentile, che ti sorride e cerca di aiutarti in tutti i modi e quando vai via c’è sempre una frase finale di augurio di buona serata, buona giornata o buon we…..

 

Una cosa fenomenale che ho recentemente scoperto sono i corsi di lingua effettuati dalle strutture pubbliche belghe, a costo ridicolo, non hai bisogno di nessun documento particolare per iscriverti e non ti controllano il salario per decidere se puoi partecipare, semplicemente sono aperti a tutti quelli che vogliono migliorare se stessi!

 

Per quel che riguarda il clima non c’è molta differenza con Amsterdam, anzi devo dire che anche oggi abbiamo avuto una giornata di sole!

Ovviamente in tutta la baraonda causata dal trasloco non ho né tempo, né voglia di cucinare. Quasi tutte le mie stoviglie sono ancora inscatolate, in attesa di tempi migliori.

domenica 4 novembre 2012

Involitini di salmone e fagiolini corallo...e poi Amsterdam.






Difficoltà: nessuna
Tempo di preparazione: 20 minuti


Ingredienti per quattro persone:
150 gr salmone affumicato
100 gr fagiolini corallo
Limone
Aglio


Vivo l’ultimo week end ad  Amsterdam, un  weekend di pioggia. La lascerò in una giornata invernale di metà novembre.

Ieri ho ricevuto in dono una bottiglia di vino, ero nel mio ristorante olandese preferito, ho salutato tutti, camerieri e cuochi e in dono inaspettato hanno tirato fuori questa:





Lovely Amsterdam.


Ci vorrebbe una lunga passeggiata sulla spiaggia e invece in assenza del mare, oggi ho cucinato pesce.

Tagliate i fagioli a listarelle, dopo averli passati sotto l’acqua. In una padella scaldate dell’olio e l’aglio e fateli cuocere a fiamma vivace per pochi minuti. Cercate di mantenere la consistenza dei fagiolini fino a fine cottura. 

Una volta freddati avvolgeteli nel salmone.

Aggiungete una spruzzata di limone e servite.

giovedì 1 novembre 2012

Autumn and leaves.




The daily light comes to me from the trees, it is in orange hue because of the autumn color of the leaves.

I’m biking through the park to go to the office.

It’s true, that’s cold. The hours are getting fewer because days become shorter.

It’s cold here while in my country it is still summer.

But autumn can brings a wonderful atmosphere and colors that I have forgotten. In Rome autumn doesn’t exist anymore. We directly move from summer to winter.

But here, in Amsterdam, while I’m crossing Vondelpark I can enjoy all colors of autumn.

And last morning leaves  were fallen down like the rain while I was biking on a tree parkway.

It was like a poem – a rain of yellow leaves. That day on my way back home I stopped biking, I had a walk and I picked up some leaves to retain the memories of the atmosphere.
 
 

It’s true that’s in the Netherlands the weather is cold, it’s true here you can’t have all the sunny days we have in Italy, but it is possible to enjoy other wonderful things like autumn.

You can enjoy life everywhere: it depends what you want, it depends what you are looking for.

domenica 28 ottobre 2012

Autumn.


Tempo di preparazione: 30'
Difficoltà: *

Intredienti per due persone:
200 gr zucca
2 spicchi di aglio
qualche chicco di pepe rosa
uno spruzzo di limone
qualche foglia di timo




Il procedimento è molto semplice. Passate la zucca tagliata al forno per 10'. Mettetela in un pentolino insieme a olio e aglio. Aggiungete il sale. Fatela soffrigere pochi minuti e aggiungete un pò di acqua per farla cuocere.
Aggiungete le spezie e cucinate fino a cottura. Successivamente togliete l'aglio e passatela al frullatore.
In un altro pentolino mettete olio e aglio e fate andare per un minuto il riso a fuoco alto, aggiungete il brodo vegetale (se non avete gli ingredienti per farlo aggiungete acqua calda).



Mentre cucinate il riso, aggiungete il limone e la crema di zucca, ma non tutta. Mettetela anche quando il riso sarà completamente cotto per proporzionare bene la consistenza del riso. Cercate di non farlo troppo liquido.





Ancora un altro we ad Amsterdam da sola. Non era previsto. Ne approfitto per cogliere l’atmosfera autunnale e rilassarmi. L’autunno è carico di colori ad Amsterdam.
Però fa freddo e non ho nessuna voglia di andarmene in giro a scattare foto. Rimango a casa e mi dedico alla cucina. Cucino per me sola. Cucino per godermi una domenica senza far niente.  Cucino per me e penso che se non lo faccio ora, difficilmente potrò farlo nei prossimi tempi.

E’ iniziato il conto alla rovescia ,mancano pochi giorni e poi mi trasferisco. … di nuovo.

lunedì 8 ottobre 2012

Last month




This is the last weekend I’m in Amsterdam alone, before my departure.
I’m taking advantage of being here alone to do what I want to and enjoy the moment.

Sunday morning and wonderful weather today. It’s the perfect situation to take my camera and go out. So I’m doing it.
 
 

I’m having this long walk in my favorite area, after the Jordaan, the area I live, going to the north there is my favorite place. I have this relaxing walk, I get lost and I don’t care, eventually I always find my way back.

I’m enjoying the fresh air and looking at people.
I cross several canals, my favorite bloemgracht.
I take pictures of what inspires me.
 
 
 
 

I think life is now, neither yesterday nor tomorrow: only now.

But now it is also the time to prepare for my emotional detachment from Amsterdam. No easy thing to do.

 
 
 


So I am an observer now, I don’t know if I am a good observer but I am an observer.
I try to imprint on my mind all the sensations, the daily life that this city offers you.

I’m going to leave in one month.
Although is difficult to leave Amsterdam I have this new opportunity.
And I take energy from it.

I’m not having a passive role in my life, I’m not going back to Italy because someone else decided it for me: I decided it, I decided to move to another country.

It helps me to get the strength to move, to leave Amsterdam and to start again…even if I will miss it.
 
 
 
Last picture is Bloemgracht: my favorite!

 
 
 
Questo è l’ultimo weekend che son ad Amsterdam da sola, prima della mia partenza.
Ne traggo vantaggio per fare quello che voglio e godermi il momento.
Domenica mattina e un tempo meraviglioso oggi.
E’ la situazione perfetta per prendere la mia macchina fotografica e uscire.
Così lo faccio.
Faccio questa lunga passeggiata nel mio quartiere preferito, dopo lo Jordaan, la zona in cui vivo, vado verso nord dove c’è il mio posto preferito.
Faccio questa passeggiata rilassante, mi perdo e non mi importa, alla fine trovo sempre la strada del ritorno!
Mi godo l’aria fresca, guardo le persone.
Attraverso diversi canali e il mio favorito Bloemgracht.
Scatto foto di quello che mi inspira.
Penso che la vita è adesso, né ieri, né domani: solo ora.
Ma adesso è anche il tempo per preparare il mio distacco emotivo da Amsterdam. Non è una cosa facile da fare.
 
Così sono un osservatore ora, non so quanto buono.
Provo a imprimere tutte le sensazioni  nella mia mente, la vita di tutti i giorni che questa città ti offre.
Me ne vado tra un mese.
Sebbene sia difficile lasciare Amsterdam, ho questa nuova opportunità. Prendo energie da essa.
Non sto avendo un ruolo passivo nella mia vita, non torno in Italia perché qualcun altro lo ha deciso per me: Io ho deciso.
Mi aiuta a trovare le forze per muovermi, per lasciare Amsterdam e iniziare di nuovo…anche se mi mancherà.



sabato 11 agosto 2012

Otto minuti.

Quando è stata l’ultima volta che ho guidato a Roma?

Credo circa sei mesi fa, sei mesi che non salgo in macchina e mi inabisso nel traffico di questa città.


Ok, alla fine giro per seguire la strada che mi porta a casa, sono ancora lontana, ma se non altro mi lascio alle spalle tutto il traffico che mi ha fatto compagnia fino ad ora.

Entra l’aria leggera dai finestrini abbassati, osservo la luce del tramonto che si poggia sui muri antichi di via Appia.
Guardo il display della macchina che segna 27 gradi e penso che è bella la mia città.


Osservo i palazzi antichi di questa via che percorro guidando con tranquillità e mi rendo conto che non può essere altro che Roma, con questa atmosfera carica di eternità e che la rende speciale.




Tutto questo dura meno di otto minuti perché giro l’ennesimo angolo  e sono di nuovo immersa nel caos impossibile di un traffico sempre presente in questa città.


Tutto torna ad essere molto frustrante,
non noto più i palazzi antichi e il colore ambrato del tramonto che si rispecchia su di essi.


Noto solo la fila di macchine interminabile davanti e accanto a me.
Si affianca una macchina col lo stereo a tutto volume.


Poco più avanti devo lottare con un deficiente che non vuole farmi passare e non ce la faccio a fare la guerra dei poveri oggi,
non ce la faccio a combattere per accaparrarmi un posto davanti a lui,
un trenta centimetri in più che costano fatica di concentrazione, per vincere senza rovinare la carrozzeria.



Lo lascio passare,
vai,
oggi hai vinto la tua stupida guerra.

Hai perso quella per i diritti sul lavoro,
per i diritti sociali,
hai perso quella per una sanità decente e per delle pensioni eque.


Avessi messo tanto impegno per preservarti questi diritti come ne metti per guadagnarti trenta centimetri nel traffico.


Ma si passami pure deficiente, tanto in questa città l’importante è vincere la guerra dei poveri,
penso alla mia bici che mi aspetta parcheggiata sotto casa ad Amsterdam.


Penso al mio progetto, ora concreto, di lasciare per sempre il mio paese.



No Roma, davvero non mi mancherai con un amore durato otto minuti.

sabato 9 giugno 2012

Hindeloopen e Bourtange.




Posto queste foto con ritardo, circa tre settimane fa ho trascorso questa bellissima giornata nel nord dell’Olanda.

Abbiamo affittato la macchina e abbiamo girovagato per un sacco di posti, rientrando a casa la sera tardi, stanchi morti.



Siamo partiti da Amsterdam, attraversando la diga siamo arrivati in Friseland e il primo posto dove ci siamo fermati è stato Hindeloopen mi è piaciuto molto, è un piccolo paese che si gira in meno di un’ora. E’ bello non solo per l’estetica, ma anche per l’aria che si respira.



Innanzitutto credo che solo noi fossimo turisti stranieri, per il resto ho sentito parlare solo olandese. Mi ha fatto un po’ strano trovare un menu esclusivamente in olandese, sono così abituata a parlare in inglese che ho fatto notare alla cameriera che il menu era solo in olandese, mi ha risposto seccata che d'altronde eravamo in Olanda!!



Si dice la Friseland sia abitata da gente un po’ rude, come il loro linguaggio, olandese sempre,  ma più ostico, non so perché dopo l’esperienza con la cameriera non stento a crederlo.



Devo dire che mi sono facilmente abituata alla gentilezza di tutti i commercianti olandesi, ad eccezione di questa cameriera e pochissimi altri. Vieni sempre accolta con un gran sorriso, una battuta e molta educazione.

Quando torno a Roma mi sembra un incubo con le commesse che hanno sempre un viso perennemente arrabbiato, seccate con scarsa voglia di fare un sorriso, come se avessero finito di litigare con tutto il mondo, te compresa anche se non lo sai.



Dopo la costruzione della diga Afsluitdijk una parte del mare è stato chiuso e tramutato in un grande lago chiamato IJsselmeer. Ci sono state profonde proteste per evitare il compimento della diga Afsluitdijk, tutti i paesi che ora si affacciano su questo grande lago (IJsselmeer), che un tempo era mare, vivevano di pesca. Oggi non è più così, le preoccupazioni della popolazione si sono avverate e quello che una volta era un mare pescoso oggi non lo è più. La popolazione ha dovuto adattarsi e cambiare lavoro, questi olandesi vivevano un tempo di sola pesca, oggi con i terreni strappati al mare, vivono di allevamento, grazie ai polder.



Hindeloopen mantiene questa atmosfera di paese di mare. Il porto è molto bello, ma qui le barche ormeggiate non son più piccoli pescherecci, vedrete un’incredibile varietà di barche a vela e nelle giornate belle, come quella che è capitata a noi, troverete tutte le barche fuori dal porto, saranno tutti fuori a veleggiare. Insomma se volete ritrovarvi in un’atmosfera tipica olandese, un po’ privata, questo è il posto che fa per voi.



Successivamente ci siamo diretti a Sneek, ma non suggerirei di fare tappa lì, è una piccola cittadina, come ce ne sono tante nei Paesi Bassi, senza grandi attrazioni e nessuna atmosfera particolare.

Così come la tappa successiva; Groningen, anche se più interessante di Sneek, non vi consiglierei di fermarvici, sarà che quando l’ho visitata le due piazze principali erano state adibite a luna park con tanto di mini montagne russe!!





Inoltre il mercato principale era adiacente alla cattedrale principale e non si poteva apprezzarne la struttura, ovviamente la chiesa era chiusa. Le chiese protestanti sono sempre chiuse, hanno un po’ gli orari dei nostri uffici pubblici, il sabato e la domenica poi vi sognerete di trovarle aperte.



Le uniche chiese che ho visitato con facilità sono quelle cattoliche, presenti soprattutto nel sud dei Paesi Bassi, a Maastricht per esempio sono riuscita a visitare tutte le chiese che volevo.



E infine ci siamo diretti a Bourtange, ai confini con la Germania. Questo posto è stato una fortezza per lunghi anni, fu costruita nel tardo 1500 e la sua conformazione è davvero particolare. E’ un piccolo borgo contornato dai canali e ponti levatoi che venivano utilizzati come difesa dagli attacchi che venivano dal confine.



Per me Bourtange merita una visita, il borgo è piccolo per cui in un’ora si ha la possibilità di visitarlo con calma. Noi siamo arrivati nel tardo pomeriggio, quando ormai tutti i turisti se ne erano andati, i pochi negozi presenti erano chiusi e c’erano giusto poche persone al bar della piazza principale.




Merita perché alla fine visiterete qualcosa di diverso, la costruzione dei canali e del borgo rende bene l’idea di come tutto fosse studiato per la difesa e poi se è bella giornata vi troverete finalmente a visitare qualcosa all’aperto che non sia la solita cittadina!




Perché i Paesi Bassi sono belli, ma non si può certo dire che siano colmi di monumenti o posti visitabili all’aperto.


giovedì 31 maggio 2012

Un anno di Olanda!




Che cosa significa cucinare? Non lo so più, ormai mi avvicino ai fornelli raramente.

Ho avuto visite e sono stata contenta di essere tanto impegnata, ma tra un volo, le persone che mi sono venute a trovare, il lavoro e tanto altro ancora non ho più avuto tempo di cucinare.



Devo dirla tutta, dopo un anno in Olanda (si oggi è un anno, sono arrivata il 29 maggio 2012), beh dopo un anno in Olanda ho fatto molti progressi, nella cucina, nelle fotografia.

Ma il tempo che ho passato, in questo anno, davanti ai fornelli è stato proprio poco.



Prima di partire ero convinta che avrei avuto tanto tempo per me, sola in una città nuova, pensavo che avrei avuto infinito tempo a disposizione.

E invece no, di tutto quel tempo non saprei dire che ho fatto.



Sarà che prima di ambientarsi in una vita uguale e diversa ci vuole tanto tempo, molto più tempo di quello che pensavo.

Penso che il primo anno se ne va così, imparando le cose più elementari.

E per quanto io mi sentissi pronta di affrontare una “nuova” vita, un altro paese è un altro paese.



Che posso dirvi della mia vita ora? Inizio ad ambientarmi che ora ha il significato di iniziare a frequentare le persone che vanno bene per me.

Penso ci vorrà ancora molto per ricostruire il mio tessuto sociale, d'altronde sono di gusti difficili e frequento solo le persone con cui voglio stare.



E forse è proprio per questo desiderio di creare solo forti legami che ancora mi mancano tantissimo alcune amiche e amici che ho lasciato.

Una di queste mi è venuta a trovare recentemente, è stato bellissimo, perché è venuta una delle persone che salutavo qui. (Due giorni dopo volavo per raggiungere Amsterdam!)



E’ venuta una di quelle persone a cui mi sento legata a doppio filo, la mia “ex” compagna di scrivania.



Vivo così oggi tra il passato e il presente, senza riuscire più a capirci niente, inebriata come sono da tutte le infinite sensazioni che finiscono col fare parte di me.

giovedì 3 maggio 2012

Queen's day - Koninginnedag



E alla fine e’ arrivato il queen’s day.

E’ difficile spiegare con poche parole l’atmosfera che si respira durante il Queen’s day.
Ci sono molte sensazioni in gioco. Probabilmente perche’ in uno stesso giorno vi potete trovare a guardare le bancarelle come in un grande mercato all’aperto, seguire un concerto musicale, mangiare quello che trovate in vendita lungo la strada e il tutto sorseggiando birra mentre camminate per canali affollati e guardate gente che balla sulle barche che passano.



Questa e’ Amsterdam!
 

Immaginate quindi che vengono svolte un sacco di attivita’ tutte insieme. Partiamo dalla principale, la vendita di vecchi oggetti.

I giorni che precedono il Queen’s day sono caratterizzati dal segnare l’area del marciapiede difronte casa come propria.
Si sistema un nastro a terra con al centro il proprio nome ad indicare che quella zona sara’ quella che verra’ utilizzata da quella persona, per la vendita dei suoi oggetti.



Che cosa avete a casa che vorreste buttare? Mettetelo da parte e aspettate il Queen’s day,lo potrete esporre sulla vostra bancarella in cerca di un compratore.

Ma quale prezzo per tutti questi oggetti che fuoriescono dalle cantine o dagli scatoloni?
Di solito ci si aggira intorno a pochi euro. Ricordatevi che la maggior parte delle persone che vende non e’ un commerciante, sono persone che fanno tutt’altro lavoro durante l’anno. E soprattutto sono i loro oggetti, che hanno usato e che ora vogliono sbarazzarsene.
 


E’ cosi’ che una coppia di amici ha acquistato dei pattini a rotelle per tre euro.

Ma perche’ durante il Queen’s day gli olandesi si sono inventati questo modo di festeggiare?

Semplicemente perche’ in passato era un giorno in cui i commerci erano esonerati dal pagamento delle tasse.


Ma la cosa divertente e’ che non troverete solo veccbi oggetti da acquistare, troverete tutto l’ingegno umano nel vendere qualcosa, per esempio lo acquistereste a due eruro un giro del mondo in ottanta secondi?



Basta sedersi su una sedia, farsi bendare, vi mettono cuffie per la musica e il giro parte.


Come dicevo esistono molte attivita’ durante il Queen’s day, non solo la vendita.

In alcune parti della citta’ vengono allestiti palchi e c’e’ musica per tutto il giorno.
Il bello e’ che su ogni palco si esibisce un gruppo dallo stile musicale diverso, per cui anche solo voltando l’angolo si puo’ ascoltare una musica completamente diversa da quella che si sentiva due minuti prima.



Alla fine si spende tutto il pomeriggio fuori, fortunatamente quest’anno c’e’ stato un sole e un caldo che ha invogliato tutti a stare fuori. Non aspettatevi bagordi pero’ fino a tardi, ricordatevi che siamo sempre in un paese nordico e che si cena presto.
Per cui se volete farvi una passeggiata la sera, a meno che non ve ne andiate in pieno centro, sappiate che gia’ alle 10 troverete poche persone (sono tutti stanchi e sono rientrati a casa) e una marea di immondizia per strada.

Ci saranno tappeti di lattine di birra schiacciate.

Non preoccupatevi pero’, bastera’ aspettare un giorno per avere di nuovo una citta’ perfettamente pulita.
Il caos del giorno prima viene ripulito immediatamente il giorno dopo....un contrasto incredibile...ma questa è Amsterdam!

domenica 29 aprile 2012

koninginnedag.





Giorno di preparazione oggi, no non sto preparando nessuna cena per domani. E’ un giorno di preparazione per tutta la nazione. Domani è il koninginnedag, cioè il giorno dei festeggiamenti per il compleanno della regina. In realtà la regina in carica è nata in un altro giorno, in inverno però, dove i festeggiamenti in strada sarebbero stati di brevissima durata a causa della rigidità delle temperature.

Per cui si è mantenuto il giorno di nascita della penultima regina.



La nazione è in fermento, Amsterdam è piena di gente. Sono appena rientrata da un pomeriggio di shopping, passato tra le vetrine cercando di fare acquisti con difficoltà. Anche la successiva spesa al supermercato non è stata facile.



Tutta la città è vestita a festa…di arancione ovviamente!



Per cui abbiamo deciso di comprarci una bella fetta di torta arancione, si vede nei negozi solo in questo periodo.



Sono rientrata a casa, il cielo è coperto. Non ho controllato le previsioni per domani, speriamo bene.

Vorrei godermi Amsterdam in questa giornata particolare.



Attendo domani, mentre mi godo quel che resta della sera…con una tazza di the e una fetta di torta arancione.




Oggi carico le prime foto dopo un po’ di studio sulla fotografia, spero di essere migliorata. Per il resto mi rendo conto che è un sacco di tempo che non posto una ricetta di cucina, non è che non stia cucinando, anzi è in forno il pollo con le patate. Sono solo impegnata nello studio e nella ricerca.


martedì 24 aprile 2012

Maastricht.


Una settimana di ferie davanti. E’ mercoledì mattina e stiamo per prendere il treno per andare a Maastricht. Continua la mia scoperta dell’Olanda.

Se volete recarvi a Maastricht da Amsterdam potete usufruire del treno. Ci sono treni ogni 3o minuti e ci vogliono due ore e mezza per arrivare. Il sito delle ferrovie olandesi è ben fatto, potete acquistare online o direttamente in biglietteria alla stazione:
 



Il viaggio è piacevole anche perché dopo circa due ore, finalmente, il paesaggio cambia. Niente più polder, ma si iniziano ad intravedere boschi. Non mi sembra vero di riuscire a vedere un paesaggio diverso da una pianura completamente piatta e piena di canali. D’altronde Maastricht è al confine del paese, nel profondo sud, tra Belgio e Germania. I dintorni di Maastricht iniziano ad essere così collinari (non rimanete delusi, ricordatevi che siamo sempre in Olanda). Abbiamo percorso persino una salita per arrivare a visitare St Pieter appena fuori dalla città.



Il tempo purtroppo non ci ha graziato e dopo aver sistemato le valigie in camera, siamo usciti per ritrovarci, dopo poco, sotto una pioggerellina debole e costante. Ovviamente l’ombrello e il giacchetto impermeabile sono rimasti in albergo, ma perché visto che avevo controllato le previsioni?

Da quando vivo in Olanda non faccio altro, controllo le previsioni come uno scaramantico controllerebbe l’oroscopo.

 

La nostra visita parte da piazza Mark, su cui si erigi la statua dell’inventore dell'illuminazione , Johannes Petrus Minckelers. Al centro della piazza è presente anche il municipio che lascia però alquanto indifferenti.


Piazza Vrijthof, che è grande e imponente. Con una cattedrale bellissima, con tanto di organo suonato durante la nostra visita.








Il resto del pomeriggio è passato con una lunga camminata fino a piazza Onze Lieve  dove alla fine stanchi della continua pioggia ci siamo fermati in un caffè, all’aperto, ma riparati e abbiamo sorseggiato un the con la vista sulla piazza e sulla chiesa "star of the sea".




Camminare per Maastricht mi ha fatto una strana sensazione. Il sud del Paese è prevalentemente cattolico, al contrario del nord dove sono presenti perlopiù chiese protestanti. Credo che questo influisca sull’aspetto di Maastricht, nel paese non ho visto così tanti crocifissi e statue della Madonna in giro.



Non solo, in città ho visto solo un canale, con una bellissima ruota per la macina, mentre Amsterdam è piena di canali, soprattutto nel quartiere in cui vivo. Ma questo è abbastanza scontato considerando che Amsterdam fa parte di quell’area dei paesi bassi che è al di sotto del livello del mare.



Ceniamo in un posto davvero carino, siamo in piazza Mark e ci capitiamo per caso. Purtroppo arriviamo tardi, sono le nove e mezza e veniamo avvisati che potremo ordinare solo un main course…..la cucina sta chiudendo. A questo non riesco proprio ad abituarmi, hanno orari molto diversi dai nostri, non puoi presentarti nel ristorante troppo tardi, altrimenti rischi di non mangiare…anche nel profondo sud.



Mangiamo e facciamo amicizia con i ragazzi del locale, sono divertenti e ci fermiamo fino a tardi a chiacchierare con loro. Mi rendo conto che siamo rimasti solo noi da un pezzo, loro sono li al tavolo con noi e chiacchierano, ma penso che è tardi per loro e blocco F. completamente preso da una conversazione che devo dire è proprio piacevole.



Joie de vivre, è questo che caratterizza gli olandesi per me, dal nord al profondo sud.



La mattina dopo, ho organizzato tutto un itinerario, stasera partiamo e mi rendo conto che abbiamo preventivato davvero troppo poco tempo per Maastricht. Per cui ancora prima di alzarmi dal letto ho già in mente tutto quello che voglio/posso fare oggi.



Se volete dare un’occhiata veloce alla città, visitando i luoghi importanti, vi consiglio di rimanerci due giorni, come abbiamo fatto noi. Ma se volete visitare anche i dintorni, io mi ero fatta l’idea di andare a visitare alcuni posti molto interessanti nelle vicinanze, vi ci vorrà più tempo. 



Un consiglio importante…anzi due; fino a fine aprile alcuni siti si possono visitare solo di sabato e domenica, come le casematte, in olandese Kazematteen e questo è il link http://www.maastrichtunderground.nl/content.php?id=3

 st Pieter and so on.



Altro consiglio, Maastricht è piccola, per cui se siete indecisi su quale hotel prenotare, non fatevi prendere dalla smania di averlo in centro, bastano 15’ minuti per raggiungere piazza Markt o piazza Vrijthof ovunque voi stiate. Io avevo trovato un bel hotel vicino alla stazione, ma di solito evito di prenotare alberghi in quelle zone, questa regola non vale per Maastricht, il quartiere vicino alla stazione non è affatto malfamato ed è ricco di ristoranti.



La chiesa della star of the sea è la prima tappa di questa seconda e ultima giornata a Maastricht. Ha smesso di piovere finalmente, ma il vento continua a soffiare forte.

Ci incamminiamo verso la chiesa, e poi ci dirigiamo verso Helpoort.




 E’ la porta più antica di tutti i Paesi  Bassi. Maastricht mi piace anche per questo….finalmente visito dei ruderi all’aperto.

La porta è molto bella e nelle vicinanze ci sono anche alcune vecchie fortificazioni che si trovano anche nei dintorni in questa parte della città.



Andiamo diritti verso la nostra terza tappa: St Pieter. Purtroppo lo possiamo vedere solo da fuori, come ho scritto si visita solo di sabato e domenica fino alla fine di Aprile.



Ci fermiamo su di una panchina all’apice di questa salita. Ci fermiamo lì, nonostante il vento sia davvero forte. Ma la vista da quel punto, su tutta Maastricht non ha eguali.



Ora basta, questo vento non lo sopporto più, per fortuna è arrivata l’ora di pranzo e ci rifuggiamo in un tipico ristorante olandese, va bene così, non cerco mai ristoranti turistici. Il ristorante sa di casa, con tanto di signora che va lì a mangiare da sola, mentre tutti la accolgono come se fosse di famiglia.



Il cameriere si azzittisce quando, dopo che me lo ha domandato, rispondo che veniamo dall’Italia. Ho imparato che il silenzio non significa sempre non avere nulla da dire. 



Passiamo non so quanto tempo in questo ristorante, mentre guardiamo il cielo grigio dalla vetrata accanto al nostro tavolino. Guardiamo passanti infreddoliti e maltrattati dal vento e decidiamo di ordinare un altro bicchiere di vino.



Il resto del pomeriggio passa mentre girovaghiamo per la città, come faccio di solito, ci sono alcuni quartieri che mi incuriosiscono, anche se non hanno attrazioni turistiche, mi piace respirare l’aria del posto.



E poi alla fine ripartiamo, prendiamo il treno che in due ore e mezza  ci porterà a casa… ad Amsterdam.